Breve analisi di tre elementi fondamentali della comunicazione, da tenere in considerazione nella ricerca di lavoro. Vediamo quali domande occorre porsi e come dovremmo approcciare

Comunicare, dal latino comunico, significa condivisione. Non vuol dire “mandare messaggi”, ma va inteso come un atto sociale e reciproco di partecipazione, mediato dall’uso di simboli significativi tra individui e gruppi diversi. Quindi, comunicare, è: scambiare, interagire, mettere in comune, in relazione. Il modello della scuola di Palo Alto di G.Bateson, P.Watzlawick, Jackson ecc. ci dice che ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto ed uno di relazione. In estrema sintesi, possiamo dire che comunicare è la somma del “contenuto scambiato” e della “meta-comunicazione”, ovvero delle modalità  con cui comunichiamo. Non mi dilungo su questo, circoscrivo questo articolo al tema della comunicazione riferita alla ricerca di lavoro, in ottica career coaching, proponendoti 3 classici assunti della comunicazione su cui riflettere e, magari, agire.

Eccoli di seguito.

Non si può non comunicare

….nella ricerca di lavoro….

Ogni comportamento è comunicazione, quindi con il silenzio, il gesto, lo sguardo, anche senza parlare, comunichiamo sempre qualcosa. Anche l’assenza è comunicazione. Questo vuol dire che se non dico di saper fare una cosa, non è detto che chi mi ascolta lo possa intuire. Se non mi candido non mi troveranno (o se mi candido un canale che non è allineato con la ricerca). Se non dico che sono interessato ad una professione  non è  detto che gli altri lo capiscano. Quindi, non si deve non comunicare.
Domanda: “ci sono ambiti che ti interessano dove stai comunicando il tuo silenzio?”

Che conta è il risultato non l’intenzione

del ricercatore di lavoro

Nella ricerca di lavoro vuol dire che se ci candidiamo in un modo poco efficace dobbiamo saper cambiare. Dire “mi candido ma  nessuno mi chiama” è concentrarsi sulla propria intezione e non sul risultato.  Concentrarsi su ciò che si raccoglie (in questo caso poco), vuol dire mettere in discussione  il proprio  metodo. Solo così sarà possibile correggerlo.
Domanda:”come sta andando la tua ricerca? Fai attenzione ai feedback? (Anche la non risposta è un feedback. Vedi punto 1)

La mappa non è il territorio

nel mercato del lavoro

Concetto esposto nei primi del novecento da Alfred Korzybski e ripreso da Bateson, sta a significare che il territorio è la realtà oggettiva,  mentre la mappa è ciò che ognuno di noi ha in testa, ovvero una rappresentazione soggettiva del territorio. Nella ricerca vuol dire “non dare nulla per scontato“.  Nel senso che io potrei avere in testa un’idea del lavoro, delle mansioni, della ricerca che non rispecchiano le idee di chi ho di fronte. Questo potrebbe generare incomprensioni tali per cui, dando per scontato, agiremo con minore efficacia.

Domanda:”in base all’ambito di interesse, hai approfondito gli elementi e concetti che lo riguardano?“. Servirà per parlare la stessa lingua del tuo interlocutore, che sia datore, selezionatore e così via.

Prova ad allenarti su questi tre aspetti.

Per approfondimenti.

Nel caso fossi interessata/o ad approfondire come cercare lavoro, pianificare la tua carriera, capire quali lavori vuoi/puoi svolgere potresti dare un’occhiata qui:

  • Come cercare in modo efficace: Link
  • Svolgere un bilancio delle competenze: Link
  • Pianificare la carriera e definire come muoversi: Link
  • Riflettere sugli elementi che costituiscono “l’essere buoni professionisti”: Link

In alternativa, per informazioni, puoi scrivermi attraverso il form di contatto della pagina.

Buona giornata!

Davide

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