Un piccolo spunto di career coaching per trovare e mantenere la motivazione necessaria, utile alla ricerca della propria felicità professionale.
Coerenti con se stessi
Dopo un po’ che si intraprende un viaggio, specie se è tortuoso, ci si può perdere. In genere, se non troviamo riscontri o riferimenti, si finisce con il fermarsi per guardare attorno. In quei momenti di possibile crisi capita di interrogare il motivo per cui ci si è avviati nel tragitto. “Vale la pena tutta questa fatica?” viene da chiedersi. Eppure, quando mettemmo in valigia il necessario, sogni e desideri compresi, avevamo detto tra noi:“ora vado! Ora cambio!”, sigillando al suo interno, accompagnato dal suono della zip, ciò che appariva essere necessario per partire.
Il principio di coerenza
Non sono un appassionato di “arti della persuasione” e non sono interessato a convincere le persone o trovare trucchi per far tirare l’acqua al mio mulino. Mi ha però sempre interessato molto la comunicazione e le sue sfumature, così, leggendo alcuni articoli di marketing qualche tempo fa, mi imbattei nel libro “Le armi della persuasione” di Robert Cialdini (Giunti Editore S.p.A. 1985). Oltre ad essere un bestseller che per mia ignoranza avevo tralasciato, mi colpì quanto non fosse un manualetto ad uso del “persuasore” di turno, ma un vero e proprio testo di autodifesa, dove si analizzavano le tecniche che spesso vengono utilizzate per persuadere gli altri: scoprendo quindi come agiscono i persuasori, si scopre anche come farvi fronte. E questo mi pare molti interessante, specie oggi, dove siamo sovente alla mercè di persone molto formate nelle strategie persuasuasive, quindi, conoscere come funzionano certi meccanismi aiuta a difendersi. Per inciso: consiglio vivamente di leggere questo libro!
Detto questo, tra le varie tendenze presenti nell’essere umano descritte nel libro, c’è n’è una che vorrei citare qui, utile per “convicersi un po’”, perchè possa essere utilizzata con noi stessi, per non mollare se abbiamo un obiettivo cui teniamo e sentiamo nostro. E’ il “principio di coerenza“, ovverro la “coerenza con se stessi“. Cialdini mette in luce -attraverso studi, ricerche ed esperimenti- quanto siamo tendenzialmente propensi a mantenere quanto ci siamo ripromessi. Ora, non dico tanto, però un piccolo atto per cercare di tenere la barra dritta, se vogliamo cercare un lavoro o migliorare la nostra carriera, possiamo provare a farlo. Vediamo come.
Scrivere per mantenere la motivazione originaria
Se volete impegnarvi in qualcosa scrivetela, mettetevela spesso davanti agli occhi, anzi, trovate il modo perchè ogni mattina possiate farvi cadere lo sguardo. E’ un modo di mantenere coerenza con se stessi.
Se volete cercare lavoro, per esempio, scrivete su un post it i motivi per cui lo desiderate. Se volete non fare più una cosa, non scrivete “non voglio più fare x“, ma scrivete “non voglio più fare la cosa x per questo e quest’altro motivo“. Ovvero, descrivete i motivi per cui avete voglia di impegnarvi e non solo cosa volete ottenere. Questa pratica si rifà alla nostra tendenza di essere coerenti, perchè metterlo nero su bianco potenzia l’impegno preso. Il principio di corerenza è un aspetto molto importante sia a livello interiore che sociale. Qundi, descriverlo e tenerlo davanti agli occhi, potenzierà il ricordo per cui abbiamo deciso di metterci in marcia.
Motivazione intrinseca
Andando un po’ più a fondo. Per mentenere l’impegno preso, un’azione utile è quella di trovare non solo i risvolti estrinseci della motivazione (cioè gli incentivi che provengono dall’ambiete circostante: guadagno, blasone, successo, potere, ecc.) ma ciò che ci motiva dal dentro, la cosidetta motivazione intrinseca: cioè la passione, l’amore per ciò che facciamo.
“Trova quale felicità profonda ti muove e troverai la benzina del tuo agire”. Viene da sottolineare.
La felicità, data dal soddisfacimento del piacere immediato, si consuma, crea abitudine, alza l’asticella per il futuro. La felicità ricercata nel significato personale e profondo, per quanto sia un percorso anch’esso infinito, più che consumare è carburante dell’esistenza. Per questo, credo che la ricerca di significato nel proprio lavoro, sia premessa per una serie di ore quotidiane felici, impiegate in attività che favoriscono la nostra espressione profonda.
Mi colpì, tempo fa, un esperimento che fu fatto negli anni 70, dove alcuni ricercatori sottoposero ad un’intervista più di 10000 studenti: il fine era indagare il loro grado di soddisfazione nei confronti della vita. Dopo vent’anni li rividero, osservando cosa fosse accaduto in quel lasso di tempo. Risultò che coloro i quali si erano concentrati sui beni di possesso, dimenticando di dare significato profondo all’esistenza, avevano avuto una vita più insoddisfacente. La maggiore felicità era stata invece manifestata da chi aveva cercato un significato più profondo all’esistenza e puntato sulle relazioni. (Psychological Science, 14, 2003. pp.531-536).
Il significato non è precostituito, ognuno deve trovare il proprio. Poiché una buona parte della nostra vita è impiegata nello svolgere un lavoro, riuscire a inondarlo di pienezza e senso, trovando magari ciò che può aiutare ad esprimere noi stessi, non può che favorire la nostra felicità: troviamola, scriviamola su un pezzo di carta, leggiamola ogni giorno.
In estrema sintesi
Per non mollare, cerca la tua motivazione profonda e descrivila su carta; guardala spesso, sopratutto quando ti chiederai perchè hai intrapreso un percorso di cambiamento. Se puoi, e lo trovi stimolante, associa canzoni, letture, biografie che possano essere gratificanti per te: generano energia.
Buon viaggio.
Davide
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