Hai mai ragionato sulle cose che potrebbero esserti utili per una carriera felice? Nell’articolo racconto due aspetti importanti, e come potremmo procedere per andare nella direzione desiderata.

La carriera oggi

Il termine carriera, nel suo significato arcaico, indicava “uno spazio assegnato alla corsa dei carri trainati da cavalli”. In questo modo, si presenta a noi ancora oggi l’idea di un percorso predeterminato, vincolato nella direzione di marcia, dove solo l’intervento normativo di azioni esterne poteva definire -nel solco prodotto- lo sviluppo personale. Così era scritto nel DNA della nostra cultura e, così scolpito, appariva pressoché immodificabile. Ma è il passato.

Oggi, però, sviluppare la propria carriera è guardare avanti, scardinando paradigmi superati. Nell’epoca attuale, infatti, è possibile spingersi a pensarla differentemente.

L’unico modo di sfuggire alla condizione di prigioniero è capire com’è fatta la prigionescriveva Calvino.

Come prendersi cura della propria carriera

Per andare nella direzione di costruirsi una  carriera, che abbia i connotati che desideriamo, credo si debba diventare esperti su due cose fondamentali, e cioè:

  • esperti rispetto alla propria professione, quindi formarsi periodicamente per sapere sempre di più dell’argomento;
  • esperti su  come cercare quella determinata professione, capendo come trovarla e dove si potrà esprimere al meglio;

<<Se vuoi successo, studia il successo, se vuoi essere felice, studia la felicità. Se vuoi fare soldi, studia come conquistare la ricchezza. Chi acquisisce queste cose, non lo fa per caso. Si tratta prima di tutto di studiare e poi di metterle in pratica>>.

Jim Rohn in “7 strategie per la ricchezza e la felicità“.

Fasi di vita e carriera

Nella prima parte della propria vita formativa/professionale, spesso, ci si concentra sullo studio: nel peggiore dei casi perché costretti, ma anche per senso del dovere e, a volte, si spera, per passione. Nella seconda parte quando già si lavora, ci si aggiorna quando si riesce: a volte perché lo si sente come necessità e stimolo, altre perché si deve e non se ne può fare a meno.

Ma è qui -su questo punto- che possiamo fare la differenza.

Un piano di sviluppo della nostra carriera

Trovata la strada d’interesse (cosa non scontata e che, da sempre, credo sia il punto di partenza per una carriera felice. Ma se non l’hai ancora trovata, puoi sempre attivarti per scoprirla), occorrerebbe fare un piano di sviluppo delle proprie conoscenze, consapevole che aperta una porta conoscitiva si sviluppano nuovi scenari di apprendimento e di possibilità: questo per dire che imparando si impara ad imparare, scoprendo nuove strade.

Questo piano di sviluppo, per quando sommario, dovrebbe porsi obiettivi intermedi, così da far sentirti più competente via via che il tempo passa. Il senso di autoefficacia, di padronanza, favorisce la nostra percezione di persone che posso incidere sulla realtà, ed è un forte propellente al fare.

Gli obiettivi intermedi di apprendimento, si strutturano in vista del nostro faro guida, indicante il continuo miglioramento nella direzione desiderata.

Vuoi essere un professionista bravo? fare carriera? essere felice nella direzione scelta? Studia come migliorare, studia come essere sempre sul pezzo; studia come poter dire la tua e, magari, aprire nuove strade e possibilità.

Ma non basta

Come ti dicevo prima, occorre poi avere una seconda competenza forte, che riguarda la capacità di saper cercare lavoro. Anche questa va pianificata, pensata e agita. Non solo quando si cerca perché si è senza, ma andrebbe coltivata sempre: soprattutto quando avremo trovato. Con questo intendo che dovremo:

  • lavorare alla nostra rete coltivando le relazioni;
  • sapere sempre quali sono gli interlocutori cui dovremo rivolgerci (aziende, agenzie, professionisti);
  • conoscere le competenze richieste e dove va il mercato.

A questo punto, potresti chiederti: “ma io lavoro da 20 anni, è troppo tardi per fare questo?“.

La risposta che posso darti è “No, assolutamente! A qualunque età si può partire e costruire – passo dopo passo – il cambiamento!. E la buona notizia è che si può fare con metodo.”

Trova la metafora della tua carriera

Credo sia significativo capire quale racconto possiamo dare alla nostra carriera, per poi definire quali passi poter compiere.

Interessanti sono le possibili metafore proposte da Inkson (2004), utili a raccontare la propria carriera, e sono: Eredità; Costruzione; Ciclo; Incontro; Viaggio; Network; Ruolo; Risorsa; Storia.

Allora, partendo da questi elementi, tra le altre, la carriera potrebbe essere:

– Un’Eredità, da costruire e lasciare;

– Una Costruzione, simile ad un edificio, un ponte, un’opera d’arte;

– Un Ciclo, dove, in ordine sequenziale, si dipana per svilupparsi tutt’intorno;

– Un Incontro che viene a realizzarsi, tra le caratteristiche dell’individuo e le richieste dell’ambiente. Come risposta trovata ai propri e altrui desideri;

– Un Viaggio nello spazio e nel tempo, dove si percorrono possibili sentieri. Con pezzi in salita, in discesa, magari sassosi, pieni di vegetazione o vecchie rotaie che poi si sono trasformate, via via, in strade futuristiche;

– Un Network, fatto di incontri e relazioni all’interno di un sistema sociale. Grovigli e scambi, capi che si riannodano, magari dopo anni, ritrovandosi;

– Un Ruolo, costituito dal complesso interagire di biografie e autobiografie. Storie personali che si uniscono, dando forma ad un’identità sempre più decisa, o, d’inverso, rarefatta;

– Una Risorsa capace di creare ricchezza e benessere. Una miniera in grado di arricchire chi ha avuto la fortuna d’incontrarla;

– Una Storia, come narrazione di un percorso di vita. Percorso epico, unico, con vette e abissi. Perché ogni storia, ogni narrazione, non è mai banale, ma il frutto di un’avvenimento unico ed eccezionale, che è la vita di ogni individuo.

Detto questo, ti chiedo: “Quale potrebbe essere la metafora che ti racconta?” Riconoscerla è osservare il proprio percorso, magari capendo quale prossimo passo compiere.

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Ps. In foto, una scala antica abbandonata da anni contro un albero. Chissà se la persona, come Cosimo “il Barone Rampante”, è poi rimasta lassù.

Metafore.

Buona giornata, buon lavoro!

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