Valori ed emozioni

Siamo giunti alla fine del 2022.

Ecco, non ti voglio tediare con un bilancio raffazzonato e con domande aperte di fine dicembre, che poi mettiamo tutti sotto coperta il 2 gennaio.

Voglio solo proporti una riflessione  – lo ammetto, un po’ pesantuccia – ma che ritengo efficace.

Se vuoi lavorare nella direzione che indica i tuoi valori, metterli a fuoco per poi lavorarci, pensa “cosa vorresti dicessero di te le persone di cui hai più stima“. Attenzione, non ti sto dicendo che “devi far dire loro cosa loro pensano di te“, ma

cosa vorresti dicessero loro di te“.

Ecco, questo piccolo esercizio, che espresse bene Stephen Covey nel suo più famoso libro: “Le sette regole per avere successo” (che suggerisco sempre come lettura), sono una riflessione interessante utile a far emergere quali aspetti di te vorresti portare agli  altri.

E’ utilissima perché, capito cosa vorremmo dicessero di noi, forse si potrà comprendere cosa potremmo fare per comunicare chi desideriamo essere.

Ma non è facile, come si può intuire.

Covey, addirittura, per rendere incisiva questa riflessione, proponeva di immaginare queste persone davanti alla bara della persona, facendole dire loro cosa avevano ricevuto da lei quando era in vita: in termini di comportamenti e qualità morali.

Io, per renderla un po’ più soft, penserei alla nostra vita “professionale” e di immaginarci quindi, al termine della nostra carriera, cosa direbbero di noi gli altri: cosa abbiamo lasciato, cosa abbiamo trasmesso.

Pesantuccia quella di Covey come immagine, ma se ci pensiamo, efficace per tirare fuori i valori che si desidera portare agli altri e per cui vorremmo essere ricordati.

I valori

Cosa sono i valori? Dovrebbero indicare la bussola della persona, lo strato sottostante ai comportamenti capace di guidarne le intenzioni.

Ma è sempre così? No, ovviamente.

Siamo cattivi e brutti se li mettiamo da parte? No, spesso siamo solo presi dalle cose del mondo, dagli eventi che ci centrifugano fino a strapparci da ciò che vorremmo dare priorità: trasportati dalle correnti del mondo. Così la necessità porta ad agire senza curarci di loro, cui un giorno tenderemo ma che “ora no, non è possibile!“. Però, dimentica oggi dimentica domani, vanno spesso a finire in qualche baule polveroso: diventando materia archeologica personale, reputati dopo tanti giri nella testa frutto dell’ingenuità giovanile.

“Cambiano nel tempo?” Possono.

“Dicono di noi?” Si.

“Sono chiari agli altri?” Non sempre, anzi.

“Sono importati per la nostra felicità?” Si.

Ora, prova a pensare una persona di cui hai o avevi stima se: ti erano chiari i suoi valori e perché la stimi tutt’ora.

Se le risposte che trovi parlano in una qualche misura dei valori di questa persona, stai avvertendo quanto sia importante afferrare i valori e capire come trasmetterli.

Emozioni

Tiffany Watt Smith, nel suo “Atlante delle emozioni umane“, descrive più di 150 emozioni che possiamo provare. E, spiega, ce ne sono molte altre.

Sin dagli esordi del libro, racconta che le emozioni sono spesso sfumate e difficili da cogliere (difficili da descrivere, come lo è spiegare nel dettaglio la forma delle nuvole). Anche questa è una lettura che consiglio vivamente!

Credo quindi sarà utile riflettere sulle nostre emozioni e quanto siano rivelatrici dei nostri valori.

Per trovare i nostri valori dovremo dunque stare attenti alle emozioni che si provano quando li pensiamo, comprendendo cosa ci muovono dentro. Si tratterà dunque di capire cosa si agita dentro, in riferimento alle nostre priorità morali, perché le emozioni appaiono essere un “portare fuori qualcosa che sentiamo dentro, uno scuotimento, una vibrazione della nostra persona”.

Mi fermo, sono  già andato oltre; ma ho scritto perché devo mettere a fuoco anche io.

Buona ricerca, buon 2023.

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