Abbiamo imparato a fiutare l’aria per non essere travolti dal cambiamento? Qualche consiglio da “Chi ha spostato il mio formaggio” di Spencer Johnson.

Lavori lavori e poi, un giorno, una bella secchiata d’acqua gelata ti avverte che quel posto non c’è più: il contratto non viene rinnovato; manca il lavoro; ti mancano le competenze necessarie per soddisfare il mercato che, nel frattempo, si è evoluto. Oppure, semplicemente, in te qualcosa è cambiato: forse non sei più felice di ciò che fai, o magari passi troppo tempo in viaggi estenuanti per raggiungere il posto di lavoro e, quando arrivi a casa, sei stanc* mort*.

Avevi sempre un po’ finto inconsapevolmente, fino a quel momento, che ciò che desideravi ancora ci fosse, e invece non avevi mai fatto caso che, qualcosa, sotto la crosta, si stava muovendo. I cambiamenti sono avvenuti nel tempo, poi un giorno si sono presentati con il conto in una mano e la spada per la cacciata da quel luogo nell’altra.

Puoi piangere, recriminare, chiederti quanto sia ingiusto che il cambiamento che ti appresti a dover affrontare sia toccato a te, oppure, puoi armarti e partire fiutando il nuovo, recuperando le forze, provando a mettere fuori il naso, quasi costretta (costretto) ad aprirti con nuovi occhi ad un mondo che hai smesso di conoscere da tempo: e l’avevi fatto convint* di non avere più bisogno di uscire dalla tana.

Ma ora poco importa, bisogna andare. Per quanto possa apparire dura, si potrà fare, stando però attenta ad aprirsi al nuovo, perché se ci si ancorerà alla nostalgia del passato, ogni sforzo sarà appesantito da inutili zavorre.

Se la lezione imparata del “bisogna stare sempre pronti ad annusare l’aria” è stata afferrata, allora non sarà stato tutto vano. Verrà il tempo in cui questo cambiamento si ripresenterà alla porta, perché siamo immersi nel flusso di situazioni che muteranno ancora e ancora, e prima o poi questo tornerà. Allora, in quel caso, avrai già lo zaino pronto, con un piede nella direzione giusta e lo sguardo rivolto verso l’alto.

Il domani è oggi. Puoi sempre ripartire.

Tra vent’anni sarai più infastidito dalle cose che non hai fatto che da quelle che hai fatto. Perciò molla gli ormeggi, esci dal porto sicuro e lascia che il vento gonfi le tue vele. Esplora. Sogna. Scopri (Mark Twain)

In conclusione, non posso che suggerirvi la lettura del libro “Chi ha spostato il mio formaggio?” di Spencer Johnson. Parla di cambiamento, e lo fa attraverso una favola dove, i quattro personaggi -Nasofino, Trottolino, Ridolino e Tentenna- si ritrovano in un bel guaio: il loro formaggio è sparito. Non parla espressamente di lavoro, ma di vita e di come affrontiamo i mutamenti.

Buona lettura, buona giornata

Davide

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