In questo articolo ripropongo un’intervista fatta a Riccardo Scandellari alla fine del 2017. Era nel vecchio sito ma ci tenevo a inserirla nel nuovo, perchè Riccardo, con la gentile disponibilità che sempre lo contraddistingue, in quell’occasione si raccontò, facendo emergere indicazioni rispetto a cosa siano vocazione e potenzalità. Credo sia un racconto che può offrire interessanti spunti professionali. Buona lettura.

Chi è Riccardo?

Riccardo Scandellari è giornalista e scrittore -ha scritto tre libri (n.d.r, l’intervista è stata realizzata a fine 2017, nel frattempo è stato pubblicato anche l’utilissimo “Dimmi chi sei: Scopri perché sei unico e ottieni attenzione, fiducia e contatti” ROI edizioni, e “Brand You”, presente in Audible): “Promuovi te stesso” (2016), “Net Branding” (2015) e “Fai di te stesso un Brand” (2014/2017), nei quali racconta come far emergere e valorizzare la proprie competenze utili a fini professionali. E’ quindi docente e formatore nei master universitari, nelle aziende e alle singole persone. Nel 2012 fondò, assieme a Rudy Bandiera, l’agenzia NetPropaganda: società che sviluppa strategie, portando visibilità ai progetti online delle aziende che vogliono innovarsi con una comunicazione efficace.

Cos’è l’intervista vocazionale

L’intervista vocazionale nasce con lo scopo di comprendere la spinta che la persona sente dentro di sé, quando sceglie di seguire la propria indole. Non proporrò quindi la sequenza di domande che sottoposi a Riccardo, ma riporterò una lettura della sua vocazione e le potenzialità espresse, emerse dal suo racconto.

La vocazione e le potenzialità di Riccardo

Riccardo si definisce una persona con un passato da nerd, un introverso che faceva siti. Amava stare in ufficio piuttosto che davanti alle persone, manifestando poca abitudine a dialogare con gli altri. I cambiamenti avvenuti nel suo modo di rapportarsi nel mondo del lavoro, come dice, sono avvenuti grazie a due ingredienti fondamentali: il rapportarsi con il suo socio (Rudy Bandera) -persona estremamente estroversa- ed libro che scrisse sul personal branding, “Fai di te stesso un Brand”, che dice “nato per caso” e che mutò tutto il suo mondo lavorativo.

Visto il poco tempo a disposizione, non potremo addentarci nei dettagli su questi due eventi importanti, è però necessario ricordare quanto le “alleanze” con gli altri siano importanti per il raggiungimento degli obiettivi posti. Proveremo a vedere alcuni aspetti che hanno portato allo sviluppo della sua attività professionale.

Sul suo sito www.skande.com si legge “(…) Ho iniziato a lavorare nel web nel 1998, in quegli anni l’attività principale era creare siti Internet per le aziende. Nel 2005 sono passato da grafica e programmazione all’informazione, fondando due quotidiani online. Durante questo percorso, ho intuito che, in futuro, le singole persone avrebbero avuto un ruolo di rilievo nelle conversazioni digitali. Le persone che hanno compreso il valore del Personal Branding e saputo valorizzarlo, in questo momento, godono di maggiori opportunità e capacità di ottenere attenzione.
La mia missione e quella del mio blog, è di aumentare la consapevolezza personale di professionisti e imprenditori affinché colgano questa opportunità prima che sia troppo tardi (…)”

La vocazione di Riccardo che emerge, è quella legata alla “Scienza e tecnica della comunicazione”[1], ovvero la capacità di convincere gli altri attraverso opere di espressione comunicativa efficace. Richiede capacità espressive, intelligenza interpersonale, forza del carattere imparando dai rifiuti e sapendo andare avanti sui propri obiettivi. Gli indicatori di questa vocazione possono essere:

  • la spiccata capacità comunicativa;
  • il saper assumere il punto di vista degli altri;
  • possedere una forte intelligenza linguistica;
  • saper comunicare le proprie passioni coinvolgendo e influenzando gli altri.

Per comprendere la vocazione di Riccardo è però necessario capire cosa lo renda -professionalmente- felice. Come dice, per lui la felicità e la bellezza è <<essere “scocciato” ogni giorno da persone che mi scrivono>>; passa ore al giorno a rispondere e questo riscontro di ciò che scrive e pubblica lo trova bellissimo. Qui emerge la sua grande disponibilità, che appare davvero essere un valore aggiunto. La Self Determination Theory [2] (teoria dell’autodeterminazione) , elaborata da Deci e Ryan, dice che le tre aree di sviluppo che dobbiamo soddisfare per essere felici, ovvero per realizzarci nella nostra interezza dovrebbero essere:

  • L’autonomia: il rapporto con se stessi;
  • La competence: la relazione produttiva e operativa con l’ambiente;
  • La relazionalità: ovvero la relazione con le relazioni affettive.

La felicità che emerge dalle sue parole, nel mondo lavorativo, appare essere appunto quella “relazionale”. È una felicità legata alle buone relazioni interpersonali che genera negli ambienti professionali o di studio un clima positivo con colleghi e compagni. Si concepisce la vitabuona e bella” se spesa in favore delle relazioni con gli altri. La vocazione per chi ha questa felicità si realizza nelle relazioni con gli altri, trovando la realizzazione nel costruire reti relazionali fondate sulla cooperazione, convivenza, comunanza.

Parliamo ora delle potenzialità, le cui caratteristiche generali sono così descritte:

  • sono tratti del carattere;
  • producono sentimenti positivi;
  • sono frutto di scelte;
  • sono nei processi relazionali positivi;
  • si esplicano attraverso capacità concrete).

Guardiamo le potenzialità[3] espresse da Riccardo:

– la Gentilezza (“ovvero, la ricerca, l’azione, il gesto che ha come scopo il bene per l’altro solo per il piacere di farlo”), potenzialità importante perché catalizza le relazioni, favorisce la fiducia degli altri: gratifica chi la fa e chi la riceve.

– L’”Apertura mentale” (“facoltà che permette di cambiare idee e opinioni consolidate in modo flessibile e rigoroso, al fine di prendere decisioni che concretizzano la propria autorealizzazione”), che favorisce il cambiamento di vedute perché si è aperti al nuovo, al diverso, mettendosi nelle condizioni di apprendere; disposti a guardare da punti di vista differenti.

-L’ ”Amore per l’apprendimento” (è “il desiderio di esplorare e comprendere saperi sempre nuovi come processo di espressione e realizzazione di sé”), che spinge la persona a sapere cose, ad imparare costantemente e a migliorarsi. Chi lo possiede trae un forte piacere nell’avere nuove conoscenze e poterle usare.

Riccardo racconta che la sua timidezza, è stata inizialmente un grande ostacolo nel parlare con il pubblico, così, per superarla, e avere delle performance adeguate agli standard che desiderava, per circa 6 mesi si spese in registrazioni: guardandosi e riguardandosi mentre parlava in video. Oggi gli capita di comunicare davanti a migliaia di persone, forte dell’allenamento cui si sottopose e che, nel tempo, coltivandone persistenza diventa tamento. La potenzialità dell’“amore dell’apprendimento” è stata quindi allenata e gli ha dato l’accesso a competenze che lo hanno reso, tra le altre cose, un efficace comunicatore.

I nostri punti di forza sono utili, se allenati, a superare molti ostacoli che possono pararci dinanzi.

Non si parte in genere, quindi, dall’allenare ciò che è debole –puntando direttamente “il limite” per rafforzarlo-, ma di sottoporre ad allenamenti mirati ciò che è un potenziale positivo, in modo che possa favorire il superamento di ciò che non è funzionale agli obiettivi definiti. Le sue potenzialità hanno trovato campo di applicazione nella sua sfera vocazionale, permettendogli “di sudare con piacere” per potersi esprimere.

Riccardo dice di non avere una visione chiara del futuro, sapendo che il mondo è così in evoluzione da non essere facilmente è prevedibile cosa ci sarà fra 5 anni. Coglie così un modello di futuro fluido, nel quale le potenzialità possedute divengono valori guida, delle bussole. Cerca di cogliere le occasioni che avverranno (grazie alla sua apertura mentale), con il denominatore del trovare ciò che lo farà comunicare con il numero maggiore di persone (usando la gentilezza come elemento facilitante delle relazioni). Tenendosi sempre aggiornato attraverso l’amore per l’apprendimento che ha vivo in sé.

Perché è importante seguire la propria vocazione?

Ricordando quando nel 2015 al Marketing Forum a Milano incontrò Philip Kotler -l’uomo che ha “inventato” il marketing moderno- Riccardo racconta che l’averne sentito la passione, gli fece pensare quanto sia importante fare ciò che piace: elemento importante per essere felici. Ciò che vede per il suo futuro è quindi offrire, alle persone, una maggiore consapevolezza delle opportunità che possono esserci grazie alla tecnologia. Imparando a come comunicare e conversare al meglio, con gli strumenti a disposizione, stando sempre attenti al proprio “Ego”, perché, come dice, <<è il peggior “consigliero”>>.

Ringrazio tanto Riccardo, sia per la gentile disponibilità che mi diede allora e quella di oggi. Come spesso scrive in tono caldo e accogliente “Ciao amico!”

Buonagiornata.

Davide

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Note.

[1] Per avere una panoramica sui tipi di vocazione consiglio il testo di Luca Stanchieri “Come vincere lo stress sul lavoro e imparare a automotivarti”, Newton Compton Editori, Roma 2015.

[2] Per quanto riguarda il tema della vocazione e della Determination Theory potete leggere il libro Luca Stanchieri “Come vincere lo stress sul lavoro e imparare a automotivarti”, Newton Compton Editori, Roma 2015

[3] Le potenzialità possono incarnarsi in poteri, svilupparsi in talenti. Sono in noi come patrimonio che può esprimersi in valori e azioni. Il coaching umanistico ha poi trovato un nome ed una sistematizzazione alle potenzialità che scaturiscono dalle virtù, trovandone addirittura ventinove “Scopri le tue potenzialità. Come trasformare le tue capacità nascoste in talenti con la psicologia positiva e il coaching”, Franco Angeli, Luca Stanchieri, Milano, 2008.

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