In questo articolo parlo di come trovo io le opportunità. Se per lavoro aiuto le persone a cercare, è giusto sappiano come io trovo loro. Il metodo che applico è lo stesso.

Non solo annunci

Mi rendo conto che da libero professionista, sempre aperto al mercato quindi in cerca di opportunità, non rispondo in modo sistematico ad annunci da diverso tempo. Non è che non risponda del tutto, ma la mia attività è rivolta ad altro, perché il lavoro arriva (lo faccio arrivare) da proposte nate tramite il sito, Linkedin, WhatsApp ed Email.

È quello che chiedo poi di fare alle persone che cercano lavoro, perché una fetta enorme del mercato si muove sotto traccia e senza che nasca e si risolva attraverso gli annunci. Chi si trova nella condizione di dover trovare opportunità dovrebbe -si- rispondere agli annunci (non fa mai male, non a caso ho dedicato post a come rispondere alle inserzioni), ma allo stesso tempo coltivare la rete, allargarla, far capire quale valore si può portare.

Portare il proprio valore agli altri

Come?
  • Facendo sapere cosa può svolgere;
  • Trasmettendo al territorio di riferimento (non necessariamente fisico) quali bisogni si potrebbero soddisfare;
  • Imparando sempre più ad allargare le maglie delle proprie conoscenze.
In che modo questo?
  • creando presentazioni su misura;
  • indagando come ragionano, si muovono, cercano le aziende d’interesse;
  • lavorando per specializzarsi sempre più;
  • essendo gentili, sempre, con tutti (ma questo, a prescindere). E non è tanto per dire. La gentilezza è “eleganza sensibile”, e porta un valore aggiunto non indifferente, che lascia il segno.
Per ogni punto qui sopra, ho già  proposto degli spunti pratici negli articoli precedenti, ma ci tenevo a dire che ciò che propongo alle persone è  lo stesso applicato su di me ogni giorno.

L’ultima settimana

Nell’ultima settimana le proposte ricevute sono partite quasi tutte tramite WhatsApp. Ma, per far accadere questo, il lavoro di diffusione di chi sono, cosa faccio e quali cose posso soddisfare sono azioni che cerco di far passare quotidianamente con post, articoli, dialogando con le persone, sorridendo.
Sorrisi, gentilezza, studio, dialogo. Se non raccontassi qui, che tutte queste sono fondamentali nelle attività che faccio ogni giorno, non direi la verità.

La verità

Ah!, sai una cosa? Per gli antichi greci la verità, che chiamavano Alètheia, con l’alfa privativo, era il contrario di ciò che si copre: è ciò che si scopre nel giudizio. La verità era dis-svelare, togliere il velo dalle cose (come avrebbe scritto Arthur Schopenhauer molto più avanti  “squarciare il velo…”). Mentre il termine latino “veritas” proviene dalla zona balcanica e dalla zona slava, e vuol dire “fede”, implicando quindi una derivazione differente da quella greca: potremmo dire che esistono due differenti modi di intendere la verità. Una verità che è “svelare il significato nelle cose” e una verità assunta come “fede“, come certezza a prescindere.
Buona giornata.

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